Oggi, alle ore 17,30, presso l’Accademia Senese degli Intronati, Via di Città, 75 a Siena, si terrà la presentazione de libro “Taddeo di Bartolo a Montepulciano: il trittico dell’Assunta. Storia, tecnica, conservazione e restauro” di LAURA MARTINI.
Oltre all’autrice, intervengono:
• ALESSANDRO BAGNOLI, docente di storia e metodologia della conservazione e tutela e conservazione del patrimonio artistico dell’Università di Siena.
• ALBERTO CORNICE, Accademia degli Intronati.
• Don ANTONIO CANESTRI, vicario della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
“Con il trittico di Taddeo Di Bartolo – spiega Mons. ANTONIO CANESTRI, vicario della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza– ci ha lasciato una splendida opera d’arte, espressione di fede devota, attribuita alla spiritualità francescana, da lui sicuramente condivisa e conosciuta, al centro della quale c’erano lo sguardo al Cristo una fiduciosa devozione verso la Madonna”.
“Il restauro in tale contesto – aggiunge – è una straordinaria occasione per comprendere a fondo la genesi di un capolavoro dell’arte italiana “.
BREVE SCHEDA DEL LIBRO: Il delicato restauro del monumentale trittico dell’Assunta di Taddeo di Bartolo – oltre venti metri quadrati di superficie dorata e dipinta – ultimato nel 1401 per l’altare maggiore dell’antica pieve di Santa Maria a Montepulciano, poi trasformata in cattedrale nel Seicento, è stata l’occasione per una ricerca accurata sulla storia del dipinto. Il volume accoglie contributi che ne illustrano vari aspetti: i committenti, le ragioni di un’opera così imponente e preziosa per materiali e tecniche utilizzate, destinata a una chiesa di dimensioni consuete in un borgo medievale in espansione, la scelta del pittore Taddeo di Bartolo, protagonista dell’ultima fase del gotico senese, ancora fedele testimone della grande tradizione pittorica del primo Trecento. Segue poi la parte sul restauro, iniziato nel 2017, ancora da ultimare, con l’esame delle tecniche, dello stato di conservazione attuale, degli ultimi tre interventi documentati, nonché degli importanti risultati delle indagini conoscitive e diagnostiche, propedeutiche alla messa a punta della metodologia adottata nelle fasi del restauro, specie nella pulitura; indagini che hanno pure rilevato straordinari disegni sottostanti lo strato pittorico, poi non realizzati dall’artista.