Il Papa torna sulla crisi mediorientale, sottolinea l’inquietudine per i rischi di un allargamento del conflitto e chiede di fare tutto il possibile per evitare una catastrofe umanitaria a Gaza.
A margine dell’Udienza generale di questa settimana la condanna senza appelli della guerra, che «semina morte, non risolve nulla e cancella il futuro» e l’invito «ad ascoltare il grido di pace che arriva dai bambini», vittime innocenti della terribile escalation di violenza avviata dall’attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre scorso. E proprio per fermare il conflitto e dare un’opportunità alla pace il Papa ha indetto una giornata di preghiera e digiuno per il prossimo 27 ottobre, invitando anche esponenti delle altre confessioni cristiane e di altre fedi.
«Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace – ha aggiunto Francesco -, non a parole ma con la preghiera, con la dedizione totale». Pensando a quanto sta avvenendo, sono le parole del Pontefice, «ho deciso di indire per venerdì 27 ottobre una giornata di digiuno, preghiera, di penitenza, alla quale invito ad unirsi nel modo che riterranno opportuno le sorelle e i fratelli delle varie confessioni cristiane e gli appartenenti alle altre religioni e quanti hanno a cuore la causa della pace nel mondo».
Quella sera, alle ore 18 in San Pietro «vivremo in spirito di penitenza un’ora di preghiera per implorare ai nostri giorni la pace in questo mondo. Chiedo a tutte le chiese particolari di parteciparvi predisponendo iniziative simili che coinvolgano il popolo di Dio».
Qui il sussidio per la preghiera: