DSA, una sigla che negli ultimi anni si sente pronunciare spesso e che ancora sembra essere un qualcosa di misterioso. In realtà l’acronimo significa Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e sono disturbi del neuro-sviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente e che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.
Un problema serio per molte famiglie che si trovano il più delle volte impreparate e in difficoltà nell’affrontare questa problematica.
Per questo è nato lo sportello “Papa Francesco” nella parrocchia San Pietro ad Mensulas a Sinalunga dove esperti del settore (psicologi dell’età evolutiva e tutor DSA) il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 15 alle ore 18 saranno a disposizione delle famiglie per sostenerle in un percorso non sempre facile.
“È stato proprio Il Papa a darci l’idea quando ci ha chiesto di essere Chiesa in uscita e di andare verso le nuove fragilità – spiega Don Claudio Porelli, parroco di San Pietro ad Mensulas – e incontrando tante famiglie abbiamo capito che una nuova emergenza era proprio quella dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Per questo abbiamo pensato di intitolare idealmente il nostro servizio proprio al Pontefice”.
“Un fenomeno – aggiunge Don Claudio – che sta coinvolgendo sempre più bambini e che se non trattato adeguatamente può creare molti problemi non solo ai ragazzi, soprattutto in ambito scolastico, ma a tutta la famiglia”.
“Non puntiamo solo a creare un giusto percorso di sostegno – aggiunge il parroco – ma anche e mettere in connessione le famiglie per fare in modo che si sentano meno sole. La parrocchia è diventata così un luogo di incontro, di scambio di esperienze e di grande solidarietà. Io che amo il calcio con i colori giallorossi, dico che abbiamo fatto squadra tra le famiglie e i professionisti”.
“Sappiamo bene – ci racconta- Eleonora Cappelletti, coordinatrice dell’iniziativa e tutor DSA – quanto sia difficile a volte essere genitori di un figlio DSA, soprattutto comprendiamo bene quali difficoltà si incontrano nella vita quotidiana a partire dalla scuola. In tali contesti si entra in crisi facilmente e in casa nascono tensioni”.
“Dobbiamo – aggiunge Cappelletti – mettere i genitori in grado di capire cosa fare, come agire, prima di tutto con una certificazione ufficiale della diagnosi DSA o presso centri specializzati o la stessa ASL di riferimento. I metodi e i percorsi ormai ci sono e una volta compresa la situazione si può solo migliorare”.
“Cerchiamo di essere accanto ai genitori e ai ragazzi – continua Cappelletti – sottolineando loro che se esiste un dubbio, una domanda occorre porla subito. Siamo qui per questo. Non bisogna attendere troppo per avere una diagnosi DSA perché se si va avanti con l’età dei bambini poi il percorso per il sostegno potrebbe essere difficile”.