A 20 ANNI DALLA PROCLAMAZIONE DELLA VALDORCIA PATRIMONIO UNESCO, LA PAROLA AI SINDACI

L’ultimo numero di Toscana oggi ha dedicato un focus speciale allaVal d’Orcia a 20 anni dalla proclamazione come patrimonio mondiale dell’umanità. Un territorio unico che ha influenzato nei secoli anche la nascita e lo sviluppo dei comuni presenti su questo territorio. Oggi però la Val d’Orcia guarda non solo al passato, ma soprattutto al futuro. I sindaci di Castiglione d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico D’Orcia raccontano questo legame fortissimo con una terra unica.

 

LUCA ROSSI, sindaco di Castiglione D’Orcia.

 

Credo che al di là del riconoscimento UNESCO, che comunque è stato fondamentale, occorre fare il punto della situazione di oggi e sugli degli obiettivi. Credo sia utile ripartire da ciò che fu l’idea di base negli anni 90 con la creazione del parco: conservazione delle risorse e sguardo al futuro.

Ogni mattina guardando la bellezza infinta del nostro territorio sento una grande responsabilità e mi convinco sempre di più che occorre mettere al primo posto del nostro lavoro la preservazione della nostra identità. La Val d’Orcia prima di essere un luogo da visitare è una comunità viva da valorizzare e proteggere.

Bene lo sviluppo del turismo, ma dobbiamo anche conservare i nostri modelli di base come quello agricolo che deve essere incentivato e protetto. Dobbiamo puntare anche sul manifatturiero di qualità divenendo una modello di attrazione per un futuro investimento con aziende di alto livello.

 

SILVIO FRANCESCHELLI, Sindaco di Montalcino.

 

La candidatura della Val D’Orcia 20 anni fa un‘intuizione geniale che ha unito tutti i comuni che insistono su questo territorio unico. Un evento che non solo ha fatto grande la nostra terra, ma l’ha preservata nella storia, nelle tradizioni e nelle eccellenze, ma anche da speculazioni che ne avrebbero alterato l’aspetto e l’anima.

Oggi dobbiamo tutti insieme aggiornare il nostro percorso per guardare al futuro con nuovi progetti condivisi che puntino soprattutto alla sostenibilità ambientale legata allo sviluppo.

Tanto è stato fatto, ma sono convinto che si possa, ancora una volta, puntare in alto in tutta la Val D’Orcia con idee che stiano al passo con i tempi senza dimenticare l le nostre tradizioni e la nostra gente.

 

MANOLO GAROSI, sindaco di Pienza.

Pienza non sarebbe mai potuta nascere cosi come noi la vediamo, senza il suo paesaggio. Il riconoscimento Unesco della Val d’Orcia è giunto come conseguenza necessaria di quanto disposto in precedenza sul centro storico di Pienza. Autorevoli studiosi che hanno approfondito la nascita della Città di Pio II si sono resi conto presto del fatto che il paesaggio valdorciano era stato un punto di partenza per gli architetti come Alberti e il Rossellino per orientare e sviluppare l’urbanistica pientina. Oggi è cosa quasi naturale osservare il paesaggio valdorciano dalle mura pientine, notare il punto di fuga che genera l’assonometria della piazza, godere dal Palazzo Piccolomini tutta la grande conca naturale della valle.  L’Unesco ha anticipato i tempi e ha potuto valorizzare e  fermare nella sua bellezza naturale ed artistica questo angolo un tempo remoto della Toscana, che la povertà secolare ha conservato nella sua forma più antica . Sono passati 20 anni   e questo riconoscimento Unesco ha inscritto la bellezza valdorciana in un alone di favola e di storia ricca di eventi e di vicende oggi trasformate in una mitologia moderna da artisti, poeti, scrittori che qui si sono fermati per molto tempo. Oggi possiamo godere tutti insieme di questo splendido risultato.

 

FRANCESCO FABBRIZZI, Sindaco di Radicofani.

Il riconoscimento UNESCO alla Val D’Orcia ha dato negli anni un fortissimo impulso allo sviluppo del territorio anche al nostro comune. In questi ultimi anni è cresciuto tutto il “sistema turismo” di Radicofani dove tra le altre cose passa anche la via Francigena. I dati parlano chiaro: sono aumentati il numero dei visitatori, sono nate nuove opportunità di lavoro per i nostri concittadini ed inoltre le attività presenti hanno avuto la possibilità di rimanere aperte ed anzi assistiamo all’apertura sempre di nuove attività legate all’accoglienza e al turismo. Anche chi non lavora nel settore turistico ha avuto dei benefici con l’incremento del valore degli immobili. Nel contempo abbiamo avuto anche la possibilità di ristrutturare e rendere più accessibili i nostri centri storici.

Gli amministratori di allora che ebbero l’intuizione valorizzarono al massimo ciò che avevamo sotto gli occhi da tempo: una terra speciale di una bellezza senza pari.

 

MARCO BARTOLI, Sindaco di San Quirico d’Orcia.

 

È un simbolo paesaggistico e naturale che da sempre rappresenta il buon governo di un territorio. Basti pensare all’affresco del Lorenzetti nel palazzo pubblico a Siena. In quest’ottica la Val d’Orcia è sempre stata è un fiore all’occhiello per tutta l’area di riferimento, ma anche oltre a livello regionale, ma anche nazionale.

San Quirico negli anni si è sempre contraddistinta a livello truistico grazie al lavoro svolto dal parco naturale e artistico della valle. Questo è stato un valore aggiunto importantissimo per ognuna delle cinque municipalità all’interno di quest’area. Senza questo riconoscimento UNESCO forse la nostra fortuna sarebbe stata minore rispetto a quello che abbiamo raggiunto oggi. San Quirico è il paese del mio cuore, dove ho deciso di vivere e di costruire una famiglia. Qui ci sono le mie radici profonde.

Dovremo essere pronti ad applicare politiche di tutela di un territorio unico che è vivo e che trae linfa vitale dal turismo, dalla cultura e dall’agricoltura. La Val d’Orcia è stata il crocevia di storia e di storie. Basti pensare ad Enea Silvio Piccolomini a Pienza, a Montalcino che è stata l’ultima repubblica senese, a San Quirico con i Chigi che avviarono lo sviluppo di tutto il nostro territorio, a Castiglione d’Orcia che ha dato i natali al Vecchietta, fino a Radicofani con Ghino di Tacco.

La nostra storia di oggi nasce da quelle di ieri, che rappresentano un patrimonio storico e culturale senza pari. Dobbiamo sapere proteggerle e tutelarle, ma guardando al futuro.