Non si è mai interrotto il rapporto speciale tra la parrocchia di Chiusi Scalo e la Siria. Per questo, in questi giorni, parroco e vicario generale, don Antonio Canestri, ha ricevuto notizie da Aleppo, la città del nord del paese conquistata nei giorni scorsi da ribelli islamisti che hanno riacceso una guerra civile che nel paese era sostanzialmente ferma da circa quattro anni. Le notizie a don Canestri arrivano dalla parrocchia latina di Aleppo tenuta dai francescani: “Dopo i giorni di combattimento, ora la situazione sembra più tranquilla anche se non mancano problemi di vario genere: già alcuni generi alimentari cominciano a scarseggiare nel timido mercato disponibile, e l’Istinto di sopravvivenza spinge la gente a raccogliere tutto ciò che può sfamare, incominciando dal pane. Diversi punti di distribuzione nella città si svuotano velocemente. Anche da noi, la sera dopo la messa continuiamo a distribuire il pane. Il caos temuto, in una situazione di vuoto delle istituzioni pubbliche, comincia a farsi sentire concretamente, manca l’acqua e non sappiamo fino a quando, le linee telefoniche delle compagnie siriane che abbiamo finora usato sono interrotte, resta la linea internet che ci permette di stare in contatto con il mondo esterno. Le persone si scambiano il racconto di episodi di intolleranza che hanno sentito o vissuto in prima persona. Io, personalmente, non vedo ragioni per diffondere il panico, e cerco di dare alla gente messaggi positivi, in fin dei conti non sarà mai possibile vivere in una società perfetta e ci saranno sempre quelli che cercheranno di fare il male, approfittando della situazione. Sul versante umanitario abbiamo continuato la distribuzione del cibo e del pane, e nei prossimi giorni distribuiremo alle famiglie rimaste della nostra parrocchia l’aiuto mensile “raddoppiato” con la speranza che si sentano più al sicuro per quanto riguarda i viveri. Tutti gli altri programmi che non hanno una natura urgente sono sospesi. Non sono però sospese le celebrazioni liturgiche e i preparativi per il Natale”.
“Le forze dell’opposizione – aggiungono dalla parrocchia – si danno da per normalizzare la vita nella città, e si nota facilmente quanto sono preoccupati di dare una nuova immagine di sé stessi al mondo che li osserva in questi giorni: mandano messaggi di tolleranza e civiltà, istituiscono commissioni di sicurezza, si rendono disponibili ad ogni richiesta. Ma tutto questo non è ancora sufficiente a rassicurare la gente: alcuni continuano a chiedere che cosa sia giusto fare? Partire o restare? E se il fuoco della battaglia dovesse riaccendersi presto nella città? E se dovessero esserci bombardamenti sui civili? E se la tolleranza mostrata oggi dovesse tramutarsi domani in leggi discriminatorie? Sono tutte domande legittime che la gente si pone con insistenza e preoccupazione, domande alle quali nessuno sa rispondere in questo momento. Tutta la speranza è riposta nel fatto che questi accadimenti possano essere una vera occasione di una soluzione politica definitiva, e finché questo si realizzi resta la paura e il senso del pericolo con cui gli aleppini convivono da anni”.