In un video il card. Augusto Paolo Lojudice invita tutti i fedeli ad unirsi in preghiera per il Papa Francesco.
IN UN VIDEO IL CARD. LOJUDICE INVITA A PREGARE PER PAPA FRANCESCO

In un video il card. Augusto Paolo Lojudice invita tutti i fedeli ad unirsi in preghiera per il Papa Francesco.
Questa sera, alle ore 20, nella chiesa di San Domenico a Bologna, il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, presiederà il Santo Rosario per la salute di Papa Francesco. La preghiera verrà trasmessa in diretta su Tv2000 (canale 28) e su Play2000 (la piattaforma streaming di Tv2000 e inBlu2000).
“Vogliamo stringerci al Santo Padre – afferma il Cardinale Zuppi –, chiedendo al Signore di sostenerlo in questo momento di sofferenza, perché trovi sollievo e possa ristabilirsi al più presto. Sarà un modo concreto per rinnovargli la vicinanza e l’affetto delle comunità ecclesiali italiane, che da giorni hanno intensificato la loro preghiera”.
Quello di stasera è, infatti, il primo appuntamento che, a partire da Bologna, coinvolgerà da domani tutte le Chiese in Italia unite, insieme, in un unico abbraccio orante.
L’Ufficio Liturgico Nazionale sta predisponendo due schemi, disponibili a breve, per tessere questa catena di preghiera che raduna tutte le comunità intorno al Vescovo di Roma che presiede nella comunione.
QUI IL LIBRETTO CON IL TESTO DEL SANTO ROSARIO:
Sul monte Amiata, sul versante grossetano, in località Prato della Contessa, si trova il vecchio albergo “Lo Scoiattolo” attualmente di proprietà della società “Il Chiostro srl”.
La struttura è utilizzata dalla Diocesi e dalle Parrocchie per l’attività della pastorale giovanile.
Nel corso dell’ultimo anno, il vecchio albergo, è stato interessato da ingenti lavori, si è effettuata la coibentazione della copertura, si è ammodernata la centrale termica, con l’installazione di generatori termici di nuova generazione, il tutto per un migliore efficientamento energetico.
Attualmente sono in corso lavori di adeguamento alla normativa di sicurezza antincendio.
Non finiscono qui le novità, con il comune di Castel del Piano è stato stipulato un contratto di affitto per una porzione di terreno che permetterà la realizzazione di una recinzione per la delimitazione dell’aria di pertinenza.
A completamento di tutti questi interventi, “Lo Scoiattolo” potrà tornare a vivere con e per i giovani, nel loro percorso di crescita alla scoperta del Signore tramite la bellezza del Creato.
A breve saranno date tutte le indicazioni per effettuare le prenotazioni.
In queste ore il card. Lojudice sta seguendo con apprensione le notizie che arrivano dell’ospedale Gemelli di Roma.
Le Chiese “sorelle” di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e di Montepulciano-Chiusi-Pienza continuando a pregaRE per la salute di Papa Francesco.
“Questa sera ancora di più – spiega il card. Lojudice – desideriamo testimoniare al Papa la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra riconoscenza. La sua figura è un punto di riferimento importante e determinante per la nostra vita nella Chiesa in un momento dove i valori del Vangelo sono quasi esclusi dalla nostra vita quotidiana: la solidarietà, l’accoglienza, il rispetto della vita in ogni sua forma”.
“A Papa Francesco – conclude il card. Lojudice – la nostra filiale devozione e l’impegno di continuare a pregare per la sua salute.
Oggi pomeriggio, nella sala convegni del Conservatorio “San Carlo Borromeo” a Pienza, si è tenuto l’incontro con Davide Rondoni su “Vivere il cantico delle Creature: la spiritualità cosmica e cristiana di San Francesco”.
Alle ore 17,30 nel Duomo di Pienza, il Card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza ha presieduto la Santa Messa, che è stata animata dai cori parrocchiali della diocesi.
Lo scrittore è stato intervistato dal Dott. Gianluca Scarnicci, coordinatore dell’Araldo Poliziano qui il testo:
Dopo una lunga serie di importanti lavori di restauro è stata riaperta al culto la Chiesa della Misericordia di Pienza. Dopo una prima serie di lavori compiuti la scorsa estate, con riprese di parte dell’intonaco e la totale tinteggiatura delle pareti esterne, a partire dall’8 Gennaio la chiesa è stata chiusa ai fedeli per consentire la parte dei lavori all’interno consistenti nella totale tinteggiatura delle pareti, il rifacimento dell’impianto elettrico con tecniche e apparecchiature moderne che consentono allo stesso tempo una maggiore luminosità e notevole risparmio energetico, trattamento di pulitura e protezione del pavimento, accurato restauro dei mobili, delle panche e sistemazione degli arredi sacri, nonché la sistemazione più consona della sacrestia. Anche sull’altare maggiore, accuratamente restaurato tornato splendente, sono stati messi candelieri e un Crocifisso d’epoca. La piccola Chiesa, molto amata dai fedeli pientini e da tanti turisti, favorisce il silenzio e la preghiera ed accoglie da sempre tutti i nostri cari defunti prima di svolgere il rito funebre. Conserva le Sacre immagini della Madonna Addolorata, sopra l’altare maggiore, e del Cristo morto nella nicchia sotto all’altare, molto venerati dai pientini, che nella bella processione notturna del Venerdì Santo vengono portate, tra due file gremite di fedeli, per tutte le vie della città. All’interno della Chiesa sono tornate in bella vista, dopo una buona ripulitura, il nero stendardo storico della Misericordia ed una Madonna devozionale dell’Ottocento.
Sull’Araldo Poliziano del 23 febbraio 2025 a pagina VII l’articolo a firma di Francesco Bianchini.
Domenica 2 marzo 2025, alle ore 17, nel palazzo vescovile di Chiusi si terrà la catechesi giubilare su “La speranza nella fede pasquale” che sarà guidata da Mons. Vittorio Viola, Segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Sarà presente il Card. Augusto Paolo Lojudice , che porterà il saluto a nome di tutta la diocesi.
Alle ore 18 nel duomo di Chiusi verrà concelebrata la Santa Messa.
Sono aperte le iscrizioni al Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani che si terrà a Roma dal 31 maggio al 1 giugno 2025.
Anche questa esperienza giubilare è organizzata grazie alla collaborazione tra la diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e l’arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino.
Ci si potrà iscrivere fino al 5 marzo 2025 e qui allegato è riportato il programma completo e le indicazioni per ogni INFO.
Questa mattina si è tenuto il Pellegrinaggio giubilare del clero delle diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino a Roma alla Basilica Papale di San Paolo fuori le mura.
Il programma ha previsto dalla mattina il passaggio della Porta Santa e poi il tempo per le confessioni in Basilica.
Alle ore 11 la Santa Messa presieduta dal Card. Augusto Paolo Lojudice e concelebrata dai vicari episcopali per Siena, Don Giovanni Soldani e per Montepulciano, Don Antonio Canestri e Mons. Pasquale Iacobone, presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
Nel primo pomeriggio Mons. Iacobone ha guidato personalmente la visita alle vicine catacombe di Santa Tecla.
Sul prossimo numero dell’Araldo Poliziano gli articoli sull’evento di Don D. Zafarana, G. Scarnicci e M. Guerrini.
“Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi, a tutto il personale sanitario e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto. Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti”.
E’ la nota diffusa dal card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi- Pienza e presidente della Conferenza Episcopale Toscana in merito all’approvazione della legge regionale sul suicidio medicalmente assistito da parte del Consiglio regionale della Toscana.
Qui l’intervista del Cardinale su Avvenire:
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/sul-fine-vita-ideologia-inaccettabile-cosi-e-a-ri
Il 𝗦𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝗣𝗮𝘀𝘁𝗼𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗚𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝗹𝗲 della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza invita i ragazzi dai 18 ai 35 anni a vivere un’occasione unica e indimenticabile che sta per arrivare! Il Giubileo dei Giovani che si terrà a Roma dal 28 luglio al 3 agosto 2025.
Sarà un evento straordinario, ricco di momenti di preghiera, testimonianza e di festa.
Per partecipare, bisogna iscriversi entro il 𝟭𝟮 marzo 𝟮𝟬𝟮𝟱 .
Due i pacchetti offerti, per chi ha possibilità di tempo si invita a vivere anche l’esperienza del camminare insieme per arrivare a Roma a piede.
Verranno date tutte le informazioni dettagliate, a chi procede all’ iscrizione al link:
Ieri la parrocchia di San Secondiano di Chiusi ha ospitato e visto la partecipazione di un nutrito gruppo di ragazzi ed educatori provenienti dalle parrocchie di Acquaviva, Bettolle, Chiusi, Montepulciano e Sarteano per vivere un momento di incontro, di conoscenza e di preparazione al Giubileo degli Adolescenti 2025, che si terrà a fine Aprile a Roma.
“La giornata – spiega Francesco Cicaloni, responsabile della pastorale giovanile diocesana- – si è svolta all’insegna della SCOPERTA attraverso momenti di gioco ed altri di riflessione e di preghiera. Questa iniziativa di condivisione diocesana è stata apprezzata dai giovani partecipanti che si sono salutati con la volontà di rincontrarsi domenica 30 marzo al Santuario della Madonna del Rifugio, ospitati dalla comunità dei Semi del Verbo, per continuare il loro cammino di preparazione all’incontro romano”.
“Un grazie particolare – aggiunge Cicaloni – ai giovani della consulta diocesana di Pastorale Giovanile e Vocazionale che si sono impegnati per la preparazione e la cura di questo momento.
Il tema delle scelte di “fine vita” ci mette di fronte a grandi questioni come la decisione sulla propria vita in esperienze di sofferenza estrema. Come ci si deve avvicinare a questo territorio così complesso e al dibattito che lo riguarda?
Prima di tutto in un atteggiamento di grande rispetto e di profondo ascolto. Di fronte al tema della sofferenza, del dolore e della malattia invalidante non possiamo applicare slogan preconfezionati. Non è accettabile utilizzare l’ideologia come scusa per giustificare atteggiamenti a favore della “morte” e contro “la vita”. Non scherziamo. Questo è un metodo molto pericoloso che rischia di avallare scelte che, in prospettiva futura, potrebbero portare a decretare la fine di una vita a tavolino in base a codici di legge, cavilli legali, campagne social e stampa e via dicendo: e questo non posso condividerlo. La vita è sacra e inviolabile in ogni sua forma, dal suo concepimento alla morte naturale.
Sta crescendo la domanda di cure, in ospedale e a domicilio, alla quale le istituzioni sanitarie faticano a fare fronte. In un quadro di risorse scarse e di “sistema salute” in grande difficoltà, come va data oggi una risposta all’altezza delle attese?
Questo tema, a mio avviso è centrale e chiama in causa prima di tutto le istituzioni e tutte quelle realtà preposte alla tutela della salute dei cittadini. Mi spiego meglio. Nella mia vita quotidiana di sacerdote e di vescovo incontro tante famiglie che devono affrontare la malattia di un congiunto, di una persona cara, la sofferenza e anche la fine della vita. Tutte, all’unisono, mi dicono di sentirsi sole, abbandonate al loro destino. C’è la necessità di rivedere profondamente il nostro sistema salute, che deve necessariamente rifondarsi partendo dalle cure domiciliari dove, alla dimensione medica, si abbini quella umana: il paziente, anche se grave, deve avere la possibilità di rimanere in un ambiente familiare, con accanto i suoi cari. Tutti dobbiamo contribuire per fare in modo che il sistema salute rimetta al centro l’uomo e non si affidi a dettami freddi e a logiche poco umane: è la logica dello “scarto”, che papa Francesco non fa che condannare. Il dolore, la morte, anche se difficile da accettare, fanno parte della nostra esistenza, da sempre. Ci può e ci deve essere una risposta: personalmente e come comunità stare vicini a quanti vivono la sofferenza. Solo questo senso di fraternità può contribuire al cambio di passo nei confronti di un’ideologia che punta al “tutto subito e senza problemi”. Ma la vita non è così.
La Costituzione definisce il diritto alla salute. Oggi c’è chi afferma che esisterebbe un “diritto di morire”. L’enfasi crescente per la libertà di scelta sulla propria vita porta a pensare che si possa scegliere anche il momento della propria morte. Qual è il suo pensiero?È un processo pericoloso, che clamorosamente rischia di ledere veramente la libertà di ogni cittadino. Capovolgendo la questione: si rischia di non avere più la libertà di vivere. Se questo diritto verrà sancito da una legge allora avremo perso il nostro primo diritto come donne e uomini. Purtroppo siamo vittime, negli ultimi decenni, della potenza dei social e delle campagne ad essi legate dove esiste un’umanità patinata e perfetta e dove il dolore e i problemi vengono banditi. Si vive in un mondo virtuale dove altri prendono le decisioni per noi. Ma il cristiano a questa logica non può arrendersi e anzi, al contrario, deve sporcarsi le mani immergendosi nella vita che, ripeto, non è priva di dolore. Chi dice il contrario ci inganna.
I fautori della “morte medicalmente assistita” a cura del Sistema sanitario regionale si dicono convinti che la battaglia per ottenerla possa procedere di pari passo con quella per avere cure palliative per chi ne ha bisogno. Aiutare a vivere e aiutare a morire: la sanità può offrire indifferentemente entrambi i servizi?
Non possiamo valutare sullo stesso piano chi si impegna ad aiutare a vivere e chi aiuterebbe a morire. Non è una strada percorribile e giusta. Il Sistema sanitario è nato per la tutela della vita e non per altro. Snaturarlo significa prendere una strada senza ritorno che porterebbe a una logica non umana, che non ci appartiene.
Una recente nota della Conferenza episcopale toscana ricorda la tradizione di cura dei più fragili così radicata in questa terra. Cosa dice oggi alla nostra sensibilità questa storia plurisecolare di assistenza?
Lo abbiamo detto, la Toscana è stata esempio per tutti: la nascita dei primi ospedali, dei primi orfanotrofi, delle associazioni dedicate alla cura dei malati e dei moribondi, come le Misericordie, e poi tutto il movimento del volontariato, sono un’eredità che continua viva. Il 30 novembre 1786 il Granducato di Toscana fu il primo Stato al mondo ad aver tentato l’abolizione della pena di morte grazie a una legge di Pietro Leopoldo. Un’eredità che non può essere ignorata e che dovrebbe servire a rifondare il sistema sanitario regionale rimettendo al centro la vita.
La Chiesa toscana cosa dice alla politica regionale sul fine vita e sull’ipotesi di una legge?
Siamo consapevoli che questa proposta di legge assume per molti un valore simbolico, nel senso che si chiede alla Regione Toscana di “forzare” la lentezza della macchina politica statale chiamata a dare riferimenti legislativi al tema – importantissimo – del fine vita. Vorremmo in primo luogo invitare i consiglieri regionali e i dirigenti dei loro partiti a non fare di questo tema una questione di “schieramento” ma di farne un’occasione per una riflessione profonda sulle basi della propria concezione del progresso e della dignità della persona umana. Vogliamo affermare la necessità di leggi nazionali aggiornate e siamo disponibili al dialogo e all’approfondimento sul grande tema del fine vita, pronti ad ascoltare e ad apportare, per la passione per ogni persona umana che impariamo da Gesù Cristo e che viene offerta a tutti come contributo libero alla nostra società.
(Intervista pubblicata oggi su Avvenire).Se volessimo utilizzare una forma di comunicazione visuale come il wordcloud per descrivere il pomeriggio dello scorso 2 febbraio, XXIX Giornata della vita consacrata, la nuvola di parole che ne verrebbe fuori sarebbe composta da: gioia, diversità, accoglienza, riconciliazione, gratitudine, fraternità. Ciascuna di queste parole scandisce i momenti vissuti nel bel pomeriggio a Sinalunga, accolti dai fratelli e dalle sorelle della Comunità Semi del Verbo presso la casa di ritiri Madonna del rifugio, nella Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, dove tutte le varie forme di Vita consacrata delle due Diocesi sorelle di Siena e Montepulciano si sono riunite per celebrare insieme il dono speciale della vocazione.
Quest’anno la partecipazione si è estesa anche ai membri del Terz’Ordine delle diverse Famiglie religiose, nello spirito di sinodalità che ci spinge a riscoprirci sempre più uniti perché membra dello stesso Corpo e tutti insieme in cammino verso il Regno dei cieli.
Dopo una fraterna accoglienza dei Delegati diocesani per la Vita consacrata, c’è stata la riflessione di p. Mauro Tomei della Comunità di Siloe sul Sacramento della Riconciliazione come “luogo” privilegiato in cui coltivare la speranza, virtù di cui oggi il mondo è carente e che i Consacrati di ogni forma di vita sono chiamati a coltivare e a riconsegnare agli uomini e alle donne di oggi innanzitutto attraverso la propria testimonianza concreta di vita amorevole e attenta a tutti, innanzitutto ai più vicini, ai confratelli e alle consorelle.
(A cura di Suor Rosaria Straniero delegata USMI Siena).
L’articolo completo verrà pubblicato sull’Araldo Poliziano.
Augusto Paolo Lojudice.
Si terrà a Sinalunga oggi l’incontro interdiocesano per i consacri e le consacrate dell’arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino e di Montepulciano- Chiusi-Pienza.
L’incontro, che si teine nell’ambito delle iniziative giubilari, ha come titolo “Pellegrini di speranza sula via della pace“.
L’appuntamento è alle ore 16 presso il Santuario Madonna del Rifugio. Alle ore 16,30 la meditazione sul Sacramento della Riconciliazione di Padre Mauro Tomei della “Comunità di Siloe. Alle ore 17,30 si terrà la liturgia penitenziale comunitaria e alle ore 18,15 si terrà il “pellegrinaggio giubilare” dalla casa della comunità Semi del Verbo al santuario dove verrà celebrata la Santa Messa presieduta dal card. Augusto Paolo Lojudice.
Oggi ricorre il sessantesimo anniversario della morte di don Nello Bechi, che fu pievano di San Giovanni d’Asso per cinquantatré anni. Era nato il 22 gennaio 1885 e aveva ricevuto l’Ordinazione presbiterale il 22 settembre 1907, appena ventiduenne. A inizio 1912 divenne parroco di San Giovanni d’Asso, la cui parrocchia nel 1577 aveva assunto il titolo di pievania mutuandolo dall’antica pieve di Santa Maria a Pava, situata ad alcuni chilometri lungo la strada per Torrenieri. Don Nello è ad oggi l’ultimo sangiovannese ad essere stato ordinato sacerdote. La comunità cristiana sangiovannese ricorda oggo il pievano Bechi con una preghiera sulla sua tomba, mentre la Santa Messa di domani, domenica 2 febbraio, sarà celebrata in suo suffragio.
Un approfondimento sulla sua figura, a cura di don Davide Campeggiani, uscirà nel prossimo numero dell’Araldo Poliziano.
Radicofani si prepara a celebrare la patrona della città, sant’Agata. I festeggiamenti prenderanno il via sabato prossimo 1 febbraio 2025 alle ore 21 nella chiesa di di san Pietro con il “Concerto di musica. Tradizioni e Suggestioni”.
Dal 2 al 4 febbraio 2025, invece, si terrà il Triduo di preparazione nella chiesa di Sant’Agata con il Rosario alle ore 17 e la Santa Messa alle ore 17,30.
Il 5 febbraio 2025, in occasione della festa della patrona di Radicofani, alle ore 11,30 nella chiesa di S. Pietro, il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza presidierà la solenne celebrazione in onore della santa. A seguire si terrà al processione per le strade del paese.
Alle ore 17,30 verrà celebrata la santa messa nella chiesa adi Sant’Agata con il bacio della reliquia.