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GIUBILEO 2025: PAPA FRANCESCO HA CONSEGNATO LA BOLLA D’INDIZIONE, “SPES NON CONFUNDIT”

Papa Francesco ha consegnato “Spes non confundit”, la Bolla d’indizione dell’Anno Santo 2025. Appelli per detenuti, malati, anziani e giovani in preda a droghe e trasgressioni. Il Pontefice annuncia che aprirà una Porta Santa in carcere, invoca il condono dei debiti ai Paesi poveri, maggiore natalità, accoglienza per i migranti e rispetto del Creato, auspica la creazione di un Fondo per abolire la fame e l’impegno di pace della diplomazia. “È troppo sognare che le armi smettano di portare distruzione?”

È la speranza ciò che il Papa invoca come dono nel Giubileo 2025 per un mondo segnato dal frastuono delle armi, dalla morte, dalla distruzione, dall’odio verso il prossimo, dalla fame, dal “debito ecologico”, dalla scarsa natalità. È la speranza il balsamo che Francesco vuole stendere sulle ferite di un’umanità che, “immemore dei drammi del passato”, è sottoposta a “una nuova e difficile prova” che vede “tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza” oppure in preda ad una crescita esponenziale della povertà, nonostante le risorse non manchino e siano perlopiù impiegate per spese militari. Spes non confundit, la speranza non delude è il titolo, tratto dalla Lettera ai Romani (Rm 5,5) della Bolla di indizione del Giubileo ordinario consegnata ieri pomeriggio, 9 maggio, dal Papa alle Chiese dei cinque continenti durante i secondi Vespri della Solennità dell’Ascensione. La Bolla contiene suppliche, proposte (come quella ai Governi di amnistia o condono della pena ai detenuti o quella di un Fondo mondiale per eliminare la fame con i soldi delle armi), poi appelli per detenuti, malati, anziani, poveri, giovani, e annuncia le novità di un Anno Santo – una su tutte, l’apertura di una Porta Santa in carcere – che avrà come tema “Pellegrini di speranza”, in riferimento ai fedeli che giungeranno a Roma e a quanti, non potendo raggiungere la città degli apostoli, lo celebreranno nelle Chiese particolari.

QUI IL TESTO INTEGRALE DELLA BOLLA DI INDIZIONE DEL GIUBILEO “SPES NON CONFUNDIT”

 

Una data comune per la Pasqua

Nel documento Papa Francesco guarda al passato e cioè al Giubileo Straordinario della misericordia” indetto nel 2015, ma anche al futuro, ovvero alla celebrazione nel 2033 dei duemila anni della Redenzione e, ancor prima, ai 1700 anni dalla celebrazione del primo grande Concilio Ecumenico di Nicea che tra i vari temi trattò anche la datazione della Pasqua. “A tale riguardo, vi sono ancora oggi posizioni differenti, che impediscono di celebrare nello stesso giorno l’evento fondante della fede”, sottolinea il Papa. Ma “per una provvidenziale circostanza, ciò avverrà proprio nell’Anno 2025”.

Possa essere questo un appello per tutti i cristiani d’Oriente e d’Occidente a compiere un passo deciso verso l’unità intorno a una data comune per la Pasqua. Molti, è bene ricordarlo, non hanno più cognizione delle diatribe del passato e non comprendono come possano sussistere divisioni a tale proposito

 

L’apertura della Porta Santa

In mezzo a queste “grandi tappe”, il Papa stabilisce che la Porta Santa della Basilica di San Pietro sia aperta il 24 dicembre 2024, dando così inizio al Giubileo ordinario. La domenica successiva, 29 dicembre, il Pontefice aprirà la Porta Santa di San Giovanni in Laterano. A seguire, il 1° gennaio 2025, Solennità di Maria Madre di Dio, verrà aperta la Porta Santa di Santa Maria Maggiore. Il 5 gennaio la Porta Santa di San Paolo fuori le Mura. Queste tre Porte Sante saranno chiuse entro domenica 28 dicembre dello stesso anno. Invece il 29 dicembre 2024, in tutte le cattedrali e concattedrali i vescovi dovranno celebrare l’Eucaristia come solenne apertura dell’Anno giubilare. Il Giubileo terminerà con la chiusura della Porta Santa di San Pietro il 6 gennaio 2026, Epifania.

La pazienza, virtù decisiva

Auspicio di Francesco è che “per tutti”, in particolare i più sfiduciati che “guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo”, l’Anno Santo possa essere occasione per “rianimare la speranza” e anche la virtù della pazienza oggi “messa in fuga dalla fretta”.

Subentrano infatti l’insofferenza, il nervosismo, a volte la violenza gratuita, che generano insoddisfazione e chiusura. Nell’epoca di internet, inoltre, dove lo spazio e il tempo sono soppiantati dal “qui ed ora”, la pazienza non è di casa.

La pace nel mondo

Il Vescovo di Roma invita a scorgere la speranza nei “segni dei tempi”, guardando però “al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza”. “Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra”, scrive.

Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza. Cosa manca ancora a questi popoli che già non abbiano subito? Com’è possibile che il loro grido disperato di aiuto non spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai troppi conflitti regionali, consapevoli delle conseguenze che ne possono derivare a livello mondiale? È troppo sognare che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte? 

Questa “esigenza della pace” interpella tutti e impone di perseguire “progetti concreti”. Anzitutto da parte della diplomazia, chiamata a “costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura”.

Appello per la natalità

Con eguale vigore, Papa Francesco chiede di tornare a trasmettere entusiasmo per la vita, dal momento che “si assiste in vari Paesi a un preoccupante calo della natalità” per vari motivi: “ritmi di vita frenetici”, “timori riguardo al futuro”, “mancanza di garanzie lavorative e tutele sociali adeguate”, “modelli sociali in cui a dettare l’agenda è la ricerca del profitto anziché la cura delle relazioni”. “Al contrario, in altri contesti, incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi”.

Un’alleanza sociale (non ideologica) per riempire le “culle vuote”

Per il Papa è “urgente” che, oltre all’impegno legislativo degli Stati, ci sia un “sostegno convinto” di credenti e società civile al “desiderio” dei giovani di generare nuovi figli. La comunità cristiana perciò “non può essere seconda a nessuno” nel sostenere la necessità di “un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo”.

Per i detenuti rispetto, condizioni dignitose, abolizione della pena capitale

Papa Francesco invita poi a dare nel Giubileo “segni tangibili di speranza” per i detenuti che “sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto”. La proposta ai governi è che nell’Anno Santo si assumano “forme di amnistia o di condono della pena”, come pure “percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”. Soprattutto il Papa auspica che “in ogni angolo della terra” si formi “una voce sola” che chieda con coraggio “condizioni dignitose per chi è recluso, rispetto dei diritti umani e soprattutto l’abolizione della pena di morte, provvedimento contrario alla fede cristiana e che annienta ogni speranza di perdono e di rinnovamento”.

L’apertura di una Porta Santa in carcere

Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza, il Papa stesso – annuncia nella Bolla – aprirà una Porta Santa in un carcere.

Speranza per malati e slancio per i giovani: “Non possiamo deluderli”

Segni di speranza andranno offerti anche ai malati, a casa o in ospedale, “specialmente se affetti da patologie o disabilità che limitano molto l’autonomia personale”: “La cura per loro è un inno alla dignità umana”, scrive il Papa, e invia la sua gratitudine a “tutti gli operatori sanitari che, in condizioni non di rado difficili, esercitano la loro missione con cura premurosa”. Di speranza necessitano anche i giovani che tante volte vedono “crollare i loro sogni”. “Non possiamo deluderli”, afferma Francesco: se, da una parte, “è bello vederli sprigionare energie”, ad esempio quando si rimboccano le maniche in situazioni di calamità e disagio sociale; d’altra parte, “è triste vedere giovani privi di speranza” per il futuro “incerto”, per lo studio che “non offre sbocchi”, per la mancanza di lavoro o un’occupazione “sufficientemente stabile”.

L’illusione delle droghe, il rischio della trasgressione e la ricerca dell’effimero creano in loro più che in altri confusione e nascondono la bellezza e il senso della vita, facendoli scivolare in baratri oscuri e spingendoli a compiere gesti autodistruttivi

Il Giubileo sia allora “occasione di slancio” per ragazzi, studenti, fidanzati: “Vicinanza ai giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!”.

No a pregiudizi e chiusure contro i migranti

Ancora, il Papa chiede che le attese dei migranti “non siano vanificate da pregiudizi e chiusure”; l’accoglienza “si accompagni con la responsabilità, affinché a nessuno sia negato il diritto di costruire un futuro migliore”.

Ai tanti esuli, profughi e rifugiati, che le controverse vicende internazionali obbligano a fuggire per evitare guerre, violenze e discriminazioni, siano garantiti la sicurezza e l’accesso al lavoro e all’istruzione, strumenti necessari per il loro inserimento nel nuovo contesto sociale

“La comunità cristiana sia sempre pronta a difendere il diritto dei più deboli”, chiosa il Pontefice. “Spalanchi con generosità le porte dell’accoglienza, perché a nessuno venga mai a mancare la speranza di una vita migliore”.

Scandalosa la quantità di poveri nel mondo

Non dimentica il Papa, nella Bolla, i tanti anziani che sperimentano solitudine e abbandono: è “un impegno” per la comunità cristiana e la società civile “lavorare insieme per l’alleanza tra le generazioni”. E non dimentica i “miliardi” di poveri che non hanno il necessario per vivere e che “soffrono l’esclusione e l’indifferenza di tanti”: “Incontriamo persone povere o impoverite ogni giorno e a volte possono essere nostre vicine di casa. Spesso non hanno un’abitazione, né il cibo adeguato per la giornata”. “È scandaloso”, secondo Francesco, che i poveri siano la maggior parte della popolazione di un mondo “dotato di enormi risorse, destinate in larga parte agli armamenti”. Sì, sono menzionati nei dibattiti politici ed economici, ma “per lo più sembra che i loro problemi si pongano come un’appendice” o “un mero danno collaterale”. Non dimentichiamo: i poveri, quasi sempre, sono vittime, non colpevoli

Un Fondo mondiale per eliminare la fame

È necessario allora “che quanti possiedono ricchezze si facciano generosi” verso coloro a cui mancano acqua e cibo: “La fame è una piaga scandalosa nel corpo della nostra umanità e invita tutti a un sussulto di coscienza”. Si rinnova l’appello, lanciato in occasione della Cop28, “affinché con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa”.

Condonare i debiti dei Paesi poveri

Un altro invito accorato è destinato alle Nazioni più benestanti perché “stabiliscano di condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli”. “Prima che di magnanimità, è una questione di giustizia – scrive Papa Francesco – aggravata oggi da una nuova forma di iniquità” quale il “debito ecologico”, soprattutto tra Nord e Sud, connesso a “squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi”.

La testimonianza dei martiri

Nella Bolla del Giubileo il Papa invita a guardare alla testimonianza dei martiri, appartenenti alle diverse tradizioni cristiane: “Semi di unità perché esprimono l’ecumenismo del sangue”. Esprime quindi il “vivo desiderio” che durante l’Anno Santo “non manchi una celebrazione ecumenica”.

L’importanza della Confessione

Francesco parla poi del Sacramento della penitenza che “non è solo una bella opportunità spirituale”, ma “un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno”. Chiede pertanto che nelle Chiese particolari si curi in modo speciale la preparazione di sacerdoti e fedeli alle confessioni e l’accessibilità al sacramento nella forma individuale.

Non c’è infatti modo migliore per conoscere Dio che lasciarsi riconciliare da Lui, assaporando il suo perdono

Prosegue il servizio dei Missionari della Misericordia

A tal proposito annuncia che continuano a svolgere la loro “importante missione” i Missionari della Misericordia, istituiti nello scorso Giubileo straordinario, e invita i vescovi a inviarli nei luoghi in cui “la speranza è messa a dura prova”, come carceri e ospedali, o in cui “la dignità della persona viene calpestata”, “nelle situazioni più disagiate e nei contesti di maggior degrado”.

Nessuno sia privo della possibilità di ricevere il perdono e la consolazione di Dio

Pellegrinaggi a Roma

“Elemento fondamentale” di ogni evento giubilare sono poi i pellegrinaggi. Diversi itinerari di fede saranno presenti l’anno prossimo a Roma in aggiunta a quelli tradizionali delle catacombe e delle Sette Chiese.

Le chiese giubilari, lungo i percorsi e nell’Urbe, potranno essere oasi di spiritualità dove ristorare il cammino della fede e abbeverarsi alle sorgenti della speranza

L’invito a Chiese orientali e ortodossi

Il Papa rivolge “un invito particolare” a Roma ai fedeli delle Chiese Orientali, in particolare quelli già in comunione con il Successore di Pietro che “hanno tanto sofferto, spesso fino alla morte, per la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa”. Questi fratelli “si devono sentire particolarmente benvenuti in questa Roma che è Madre anche per loro e custodisce tante memorie della loro presenza”, scrive il Pontefice. Ai fratelli e sorelle ortodossi, che già vivono “il pellegrinaggio della Via Crucis”, costretti a lasciare le loro terre d’origine da violenza e l’instabilità, il Papa dice: Per loro la speranza di essere amati dalla Chiesa, che non li abbandonerà, ma li seguirà dovunque andranno, rende ancora più forte il segno del Giubileo

Sosta di preghiera nei Santuari mariani

Francesco invita inoltre i pellegrini che verranno nell’Urbe a pregare nei Santuari mariani per venerare Maria e invocarne la protezione, così ché, “specialmente quanti soffrono e sono tribolati, potranno sperimentare la vicinanza della più affettuosa delle mamme, che mai abbandona i suoi figli”.

Auspicio finale

Da qui la “speranza”, appunto, che il Giubileo 2025 aiuti tutti “a ritrovare la fiducia necessaria, nella Chiesa come nella società, nelle relazioni interpersonali, nei rapporti internazionali, nella promozione della dignità di ogni persona e nel rispetto del creato”.

(Fonte: www.vaticannews.va).

CHIUSO OGGI A ROMA IL CONVEGNO NAZIONALE DI PASTORALE GIOVANILE

Oggi si è concluso a Sacrofano (Roma) il XVIII convegno nazionale per gli incaricati diocesani di Pastorale Giovanile, presente per la nostra Diocesi Francesco Cicaloni insieme agli altri responsabili della regione Toscana. Il tema era: “Domine, quo vadis?”, “Signore, dove vai?”.

I lavori dei delegati sono serviti per provare ad entrare nella realtà giovanile guardando la loro realtà come una vita benedetta e abitata da Dio.

Si sono alternati specialisti, relatori e momenti laboratoriali per vivere in prima persona delle esperienze significative e coinvolgenti, quelli di preghiera in primis come quello di spiritualità interreligioso.

I laboratori sono stati utili inoltre per riflettere su quattro parole chiave: cura, comunità, adultità e comunione.

Tutto questo ha aiutato ad arricchire un equipaggiamento necessario per vivere un cammino insieme con i giovani in un dialogo alla pari.

L’augurio e l’auspicio per la Chiesa italiana, come ha sottolineato il responsabile nazionale «un servizio alle nuove generazioni mite, umile, aderente alla realtà e grato».

SINALUNGA, IL 18/5 LA VEGLIA DI PENTECOSTE PER INVOCARE LA PACE SULLA TERRA SANTA

Sabato 18 maggio, alle ore 21, presso il Santuario Madonna del Rifugio, in Via Poggio Baldino 182 a Sinalunga, si terrà la Veglia di Pentecoste  che ha come tema “Chiedete pace per Gerusalemme”.

Sarà un momento di profonda spiritualità per invocare la pace, dono dello Spirito, per i popoli della Terra Santa.

La cerimonia sarà guidata dai Frati Francescani di Sinalunga e presieduta dal Card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza.

 

LE CONDOGLIANZE PER LA SCOMPARSA DI DANIELE PETRUCCI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI OPERA LABORATORI

La diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e  l’arcidiocesi di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino esprimono il proprio cordoglio per la prematura scomparsa di Daniele Petrucci, amministratore delegato di Opera Laboratori. Alla sua famiglia le più sentite condoglianze da parte del Card. Augusto Paolo Lojudice e delle comunità diocesane.

È quanto dichiara Gianluca Scarnicci, portavoce del Card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano -Chiusi-Pienza.

IL 13/5 L’EVENTO “SIENA VERSO L’INCONTRO DEI MOVIMENTI POPOLARI CON PAPA FRANCESCO”

Lunedì 13 maggio 2024, alle ore 15, presso l’Università per Stranieri di Siena, presso la sede di Via Pispini 1 a Siena, si terrà l’evento “Siena verso l’incontro dei movimenti popolari con Papa Francesco”.

L’incontro, organizzato dalla Rete dei Numeri Pari, si inserisce nel ciclo delle 15 assemblee costruite in varie città italiane con i principali comitati, reti sociali e movimenti con l’obiettivo di discutere e restituire la visione dei movimenti italiani che verrà portata al Papa nel primo incontro che il Santo Padre avrà con i movimenti popolari il 17 e 18 maggio a Verona.

All’evento del 13 maggio prenderanno parte:

  • Card. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza.
  • Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena.
  • Giuseppe De Marzo, Responsabile nazionale Politiche Sociali di Libera.
  • Don Mattia Ferrari, cappellano della ONG Mediterranea Saving Humans.
  • Andrea Bigalli, Referente di Libera Toscana.

Coordina: Elisa Sermarini,  Responsabile comunicazione Rete Numeri Pari. 

 

 

 

BOLOGNA: IL 12/5 IL CARD. LOJUDICE CONCELEBRA LA MESSA IN ONORE DELLA BEATA VERGINE DI SAN LUCA

Il prossimo 12 maggio 2024, alle ore 10,30, nella cattedrale di San Pietro a Bologna, il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza concelebra la Santa Messa episcopale insieme al card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI. in occasione delle celebrazioni in onore della Beata Vergine di San Luca, patrona della città e dell’arcidiocesi di Bologna. Concelebra

Il card. Zuppi era stato nel 2022 a Siena in occasione delle celebrazioni per la festa di santa Caterina.

La Messa delle 10.30 di  domenica 12 maggio 2024 verrà trasmessa in diretta anche da E’Tv-Rete7 (canale 10 del digitale terrestre) e da Nettuno Tv (canale 111).

 

 

I BAMBINI DI CHIUSI E MONTEPULCIANO A SIENA PER LE FESTE CATERINIANE

Questa mattina, in occasione delle prime celebrazioni per la conclusione delle feste per Santa Caterina, i bambini delle parrocchie di Chiusi e Montepulciano sono si sono recati a Siena, dove, presso il palazzo Arcivescovile, hanno incontrato il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, e il card. Lazzaro You Heung-Sik, Prefetto del Dicastero per Il Clero. Ad accompagnarli era presente il vicario generale della diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, don Antonio Canestri.

 

IL CARD. LOJUDICE HA INCONTRATO IL NUOVO QUESTORE DI SIENA, UGO ANGELONI

Questa mattina il Card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza e arcivescovo di Siena- Colle di val D’Elsa- Montalcino ha incontrato il nuovo Questore di Siena, il dott. Ugo Angeloni. L’incontro è stato l’occasione per ribadire la massima sintonia e collaborazione con la Polizia di Stato su Siena e tutto il territorio della provincia.

Il Cardinale ha colto l’occasione per ringraziare l’ex questore, Pietro Milone, con il quale c’è stata una proficua collaborazione.

MONTEPULCIANO: IL 4/5 NUOVO APPUNTAMENTO CON IL CICLO DI INCONTRI “ABITATI DALLA BELLEZZA”

Sabato 4 maggio 2024, alle ore 15:00, presso l’Eremo della Maddalena, a Montepulciano, si terrà un nuovo appuntamento dell’iniziativa, organizzata dalla Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, dal titolo “ABITATI DALLA BELLEZZA. Incontri di Spiritualità attraverso l’Arte”. 

L’evento, promosso con il patrocinio della Libera Università Biblico Teologica Pio II, avrà inizio con “Il laudario cortonese nella fede popolare” a cura del M° Franco Radicchia. Seguirà, alle ore 16:00 “Il laudario cortonese: un canto per tutti”, un laboratorio corale con canti tratti dal Laudario, guidato dal M° Franco Radicchia. 

Alle ore 17:00 verrà lasciato spazio a domande e condivisioni. 

Alle ore 17.30 verrà celebrata la S. Messa. 

Concluderà l’incontro la cena alle ore 19:00. 

 

 

Per informazioni ed iscrizioni:
Federico 3333669776
Judy 320 0574875
A causa del numero limitato di posti, è richiesta la prenotazione sia per la partecipazione all’incontro, che alla cena.

MONTEPULCIANO, OGGI GRANDE FESTA DELLE CONTRADE IN ONORE DI SANT’AGNESE

Questa mattina il card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza ha celebrato la solenne Eucaristia nel santuario di sant’Agnese  alla presenza delle otto Contrade e delle autorità civili del Comune di Montepulciano. Ad affiancare il cardinale erano presenti i due parroci, Don Rayapu Reddy Pietro Sanivarapu e don Domenico Zafarana, e il provinciale dell’Ordine domenicano, padre Antonio Cocolicchio, che ieri sera ha presieduto la Santa Messa.

E’ seguito il tradizionale pranzo conviviale.

Sempre questa mattina padre Cocolicchio ha presieduto  l’altra celebrazione del mattino, mentre alle ore 18.00 don Azelio Mariani, parroco di Gracciano (luogo d’origine della nostra santa), ha presieduto la celebrazione eucaristica con la quale si conclude la novena di sant’Agnese.

 

     

1 MAGGIO, IL MESSAGGIO DEI VESCOVI ITALIANI PER LA FESTA DEI LAVORATORI

Pubblichiamo il Messaggio dei Vescovi per la Festa dei Lavoratori (1° maggio 2024) dal titolo: “Il lavoro per la partecipazione e la democrazia”. 

 

Lavorare è fare “con” e “per”

«Il Padre mio opera sempre e anch’io opero» (Gv 5,17). Queste parole di Cristo aiutano a vedere che con il lavoro si esprime «una linea particolare della somiglianza dell’uomo con Dio, Creatore e Padre» (Laborem exercens, 26). Ognuno partecipa con il proprio lavoro alla grande opera divina del prendersi cura dell’umanità e del Creato. Lavorare quindi non è solo un “fare qualcosa”, ma è sempre agire “con” e “per” gli altri, quasi nutriti da una radice di gratuità che libera il lavoro dall’alienazione ed edifica comunità: «È alienata la società che, nelle sue forme di organizzazione sociale, di produzione e di consumo, rende più difficile la realizzazione di questo dono ed il costituirsi di questa solidarietà interumana» (Centesimus annus, 41).
In questa stessa prospettiva, l’articolo 1 della Costituzione italiana assume una luce che merita di essere evidenziata: la “cosa pubblica” è frutto del lavoro di uomini e di donne che hanno contribuito e continuano ogni giorno a costruire un Paese democratico. È particolarmente significativo che le Chiese in Italia siano incamminate verso la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia (Trieste, 3-7 luglio), sul tema “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”. Senza l’esercizio di questo diritto, senza che sia assicurata la possibilità che tutti possano esercitarlo, non si può realizzare il sogno della democrazia.

Il “noi” del bene comune: la priorità del lavoro


Come ricorda Papa Francesco in Fratelli tutti, per una migliore politica «il grande tema è il lavoro. Ciò che è veramente popolare – perché promuove il bene del popolo – è assicurare a tutti la possibilità di far germogliare i semi che Dio ha posto in ciascuno, le sue capacità, la sua iniziativa, le sue forze» (n.162). Le politiche del lavoro da assumere a ogni livello della pubblica amministrazione devono tener presente che «non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro» (ivi). Occorre aprirsi a politiche sociali concepite non solo a vantaggio dei poveri, ma progettate insieme a loro, con dei “pensatori” che permettano alla democrazia di non atrofizzarsi ma di includere davvero tutti (cfr. Fratelli tutti, 169). Investire in progettualità, in formazione e innovazione, aprendosi anche alle tecnologie che la transizione ecologica sta prospettando, significa creare condizioni di equità sociale. È necessario inoltre guardare agli scenari di cambiamento che l’intelligenza artificiale sta aprendo nel mondo del lavoro, in modo da guidare responsabilmente questa trasformazione ineludibile.

Prenderci cura del lavoro è atto di carità politica e di democrazia


“A ciascuno il suo” è questione elementare di giustizia: a chiunque lavora spetta il riconoscimento della sua altissima dignità. Senza tale riconoscimento, non c’è democrazia economica sostanziale. Per questo, è determinante assumere responsabilmente il “sogno” della partecipazione, per la crescita democratica del Paese.

  • Le istituzioni devono assicurare condizioni di lavoro dignitoso per tutti, affinché sia riconosciuta la dignità di ogni persona, si permetta alle famiglie di formarsi e di vivere serenamente, si creino le condizioni perché tutti i territori nazionali godano delle medesime possibilità di sviluppo, soprattutto le aree dove persistono elevati tassi di disoccupazione e di emigrazione. Tra le condizioni di lavoro quelle che prevengono situazioni di insicurezza si rivelano ancora le più urgenti da attenzionare, dato l’elevato numero di incidenti che non accenna a diminuire. Inoltre, quando la persona perde il suo lavoro o ha bisogno di riqualificare le sue competenze, occorre attivare tutte le risorse affinché sia scongiurato ogni rischio di esclusione sociale, soprattutto di chi appartiene ai nuclei familiari economicamente più fragili, perché non dipenda esclusivamente dai pur necessari sussidi statali.
  • Un lavoro dignitoso esige anche un giusto salario e un adeguato sistema previdenziale, che sono i concreti segnali di giustizia di tutto il sistema socioeconomico (cfr. Laborem exercens, 19). Bisogna colmare i divari economici fra le generazioni e i generi, senza dimenticare le gravi questioni del precariato e dello sfruttamento dei lavoratori immigrati. Fino a quando non saranno riconosciuti i diritti di tutti i lavoratori, non si potrà parlare di una democrazia compiuta nel nostro Paese. A questo compito di giustizia sono chiamati anche gli imprenditori, che hanno la specifica responsabilità di generare occupazione e di assicurare contratti equi e condizioni di impiego sicuro e dignitoso.
  • I lavoratori, consapevoli dei propri doveri, si sentano corresponsabili del buon andamento dell’attività produttiva e della crescita del Paese, partecipando con tutti gli strumenti propri della democrazia ad assicurare, non solo per sé ma anche per la collettività e per le future generazioni, migliori condizioni di vita. La dimensione partecipativa è garantita anche dalle associazioni dei lavoratori, dai movimenti di solidarietà degli uomini del lavoro e con gli uomini del lavoro che, perseguendo il fine della salvaguardia dei diritti di tutti, devono contribuire all’inclusione di ciascuno, a partire dai più fragili, soprattutto nelle aziende.
  • Le Chiese in Italia, impegnate nel Cammino sinodale, continuano nell’ascolto dei lavoratori e nel discernimento sulle questioni sociali più urgenti: ogni comunità è chiamata a manifestare vicinanza e attenzione verso le lavoratrici e i lavoratori il cui contributo al bene comune non è adeguatamente riconosciuto, come anche a tenere vivo il senso della partecipazione. In questa prospettiva, gli Uffici diocesani di pastorale sociale e gli operatori, quali i cappellani del lavoro, promuovano e mettano a disposizione adeguati strumenti formativi. Ciascuno deve essere segno di speranza, soprattutto nei territori che rischiano di essere abbandonati e lasciati senza prospettive di lavoro in futuro, oltre che mettersi in ascolto di quei fratelli e sorelle che chiedono inclusione nella vita democratica del nostro Paese.

 

Roma, 24 gennaio 2024

La Commissione Episcopale
per i problemi sociali e il lavoro,
la giustizia e la pace

 

IL 10/5 A CHIUSI LA CELEBRAZIONE CON LA STATUA DELLA MADONNA IN PEREGRINATIO A CITTÀ DELLA PIEVE

Venerdì 10 maggio alle ore 16 presso la Chiesa di S. Maria della Pace a Chiusi Scalo si terrà la celebrazione in occasione dell’arrivo in città della Statua pellegrina della Madonna di Fatima.
La Peregrinatio Mariae si terrà sul territorio di Città della Pieve, con accoglienza sabato 4 maggio alle ore 17 e ripartenza lunedì 13 maggio alle ore 18, sempre presso il Santuario della Madonna di Fatima.

PIENZA, L’8/5 L’ARRIVO DELLA RELIQUIA DEL BEATO CARLO ACUTIS. RIMARRÀ IN CATTEDRALE

Mercoledì 8 maggio, alle ore 21, presso la Cattedrale di Pienza è previsto l’arrivo della reliquia ex corporis del giovane Beato, Carlo Acutis. La Santa Messa sarà presieduta da Mons. di Luca Pasquale, Segretario particolare del Prefetto per il Dicastero del Clero, Sua Eminenza Cardinal Lazarus You Heung-sik.

La reliquia del Beato sarà segno visibile di una comunità in cammino verso il Giubileo del 2025 che come suggerisce Papa Francesco: “Sia fatto in un clima di preghiera”. Carlo, con il suo Kit per giungere alla santità, risponde pienamente all’invito del Santo Padre: “Abbiamo bisogno di santi con le scarpe da ginnastica, che ascolta musica e che vive e cammina con la gente…”. Quale santo migliore per essere “Pellegrini di speranza”.

Carlo Acutis nacque a Londra, il 3 maggio 1991. Trasferitosi a Milano, si impegnò sin dalla giovanissima età nell’insegnamento catechista. La sua fede e il suo servizio al Signore lo portò avanti usando da esperto, seppur autodidatta, le nuove tecnologie. Colpito da una forma fulminante di leucemia, la visse come prova per la Chiesa. Morì il 12 ottobre 2006, a soli quindici anni. Il 10 ottobre 2020 venne beatificato ad Assisi.

SARTEANO, ASSEGNATI I PREMI PER IL CONCORSO “UN FIORE DI ETERNA PRIMAVERA”

E con queste belle immagini di festa si concludono i tre intensi giorni dedicati a Maria Madre Del Buon Consiglio. ieri mattina  gli amici della Comunità “I Semi del Verbo” hanno incontrato i ragazzi del catechismo, poi il bel pranzo presso la Sede del Comitato della Giostra del Saracino di Sarteano – Il gruppo e infine il bellissimo momento di riflessione e preghiera mariana seguito dalla cerimonia di premiazione della prima edizione del Concorso “Un fiore di Eterna Primavera”.

Il premio “Tecnica artistica” è stato assegnato a Florentina Tina Arcana, il premio “Originalità” a Sofia Morgantini (Gheila Fè ) e il premio “Messaggio” a Chloè Martini ( Federico Martini ) . È stato inoltre conferito un premio al Gruppo “Primavera” formato da Marta Tistarelli ( Enrico Tistarelli ), Aurora Santoni, Giulia Bandini e Lavinia Buonpede ( Daniela Ottaviani ) e consegnato un riconoscimento a Sara Arnaldi per l’asilo Nido “La Locomotiva” e alla prof.ssa di Arte e Immagine Alessia Guarracino della Scuola Secondaria di primo grado “E. Repetti di Sarteano per la partecipazione della 2A e 2B con un lavoro davvero speciale.

A tutti gli oltre sessanta partecipanti sono stati consegnati gli attestati. L’idea del concorso, com’è stato illustrato, è nata dal ricordo dei fiori offerti dai bambini nel 2020 durante il lockdown: bellissimi disegni che furono raccolti in una videopresentazione e da quell’ “Eterna Primavera” che riecheggia palpitante nelle belle note dell’Inno della Madonna del Buon Consiglio. Speriamo che anche questo sia solo l’inizio di un altro pezzo di storia sarteanese. Grazie davvero a tutti da parte di tutta la Comunità Parrocchiale guidata da Don Fabrizio e Don Luciano.

 

OGGI LA FESTA DI MARIA MADRE DEL BUON CONSIGLIO, GEMELLAGGIO TRA SARTEANO E ROMA

La chiesa celebra oggi la festa di Maria Madre del Buonconsiglio. Il card. Lojudice ha celebrato questa mattina la Santa Messa nella Chiesa di San Francesco a Sarteano al culmine dei festeggiamenti cittadini  in onore di Maria Madre del Buon Consiglio, Patrona della città.

Nella sua omelia, il card. Lojudice ha detto: “È il modo in cui partecipiamo che può fare la differenza alla luce dell’essere e del voler essere una vera e propria comunità. Quando sei pieno di Spirito Santo, cioè quando permetti allo spirito di agire dentro di te, riesci a comprendere, ad accogliere e ad accettare anche le diversità, anche chi non è come te. Lo Spirito Santo dà la possibilità di relazionarsi, di essere in relazione piena, profonda con chi è diverso. Senza timori, senza paure, partendo dal presupposto che la differenza esiste”. “Maria – ha aggiunto il card. Lojudice – è veramente il buon consiglio per tutti e tutte. E allora non ci resta che ‘approfittare’ di questa presenza di Maria come colei che dà dei buoni consigli, che dà quel suggerimento cardine, quell’aiuto che può cambiare il corso della nostra vita”.
Prima della celebrazione, il Cardinale ha anche incontrato, come da tradizione, i ragazzi cresimandi della comunità di Sarteano.

Nel pomeriggio a Roma il card. Lojudice ha celebrato la Santa Messa nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio di cui è titolare come Cardinale e dove ha iniziato il suo ministero sacerdotale.

Nella sua omelia il cardinale ha evidenziato il suo legame speciale con questa parrocchia ed ha annunciato il prossimo gemellaggio tra la parrocchia di Sarteano e quella di Roma nel nome della Madonna del Buon Consiglio.

 

Le immagini della celebrazione a Sarteano:

 

Le immagini della celebrazione a Roma:

ASSISI, IL CARD. LOJUDICE AI CAPPELLANI DEL CARCERE “LA VOSTRA È UN’OPERA DI MISERICORDIA”

Ieri sera presso la Basilica Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, il Card. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena- Colle di Val D’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, ha presieduto la celebrazione della santa messa in occasione del V Convegno Nazionale dei Cappellani e degli Operatori della Pastorale penitenziaria dal titolo “‘Lo vide e ne ebbe compassione’ (Lc 10,33) dall’indifferenza alla cura”. Nella sua omelia (in fondo il testo completo) il Card. Lojudice ha evidenziato come: “Visitare i carcerati è un’opera di misericordia, un’opera di misericordia corporale. E voi, cari volontari, cari cappellani, siete i protagonisti di questa opera di misericordia, incaricati ministerialmente a vivere, a incarnare, a incontrare Gesù e a farlo incontrare. Se non sembrasse quasi ironico, potremmo dire che siete più fortunati di tutti perché avete la fortuna e la sicurezza di incontrare Gesù ogni giorno, appena inizia il vostro servizio, appena varcate quelle porte, quei cancelli, appena quei chiavistelli girano nelle serrature. Quindi nei colloqui, nelle celle, accarezzando quelle porte sante, lo sono state nell’ultimo Giubileo, in quei templi della presenza reale di Cristo”. “Questa – ha aggiunto il cardinale – è veramente la lettura spirituale del nostro ministero in carcere. Permettetemi di dire, anche nostro, in alcuni momenti e per certi versi. Anche io, qualcuno lo sa, gli amici che conosco, sanno che sono stato parroco in una parrocchia dove avevo il più grande carcere nei domicili, cioè il più alto numero di detenuti agli arresti domiciliari della città. Quindi un’esperienza, in un modo o nell’altro l’ho vissuta. Anche quella è stata veramente molto molto formativa”. “Oggi – ha poi sottolineato – stiamo anche festeggiando il 25 aprile del ’45. Questa data così simbolica, la resistenza italiana. Inizia la ritirata dei tedeschi, una storia che tutti ci portiamo, perlomeno i più grandi o, perlomeno, avendola anche studiata, e ce la portiamo dentro. Sì, anche il 25 aprile è una data che richiama una Rinascita. E anche qui, causalmente, ci troviamo a celebrare l’eucarestia insieme in questo giorno. Come quel 25 aprile fu una rinascita per il nostro paese, mi auguro veramente che ci possa essere una rinascita anche per tutte quelle persone, soprattutto, in modo particolare, ma senza togliere niente a nessuno, per i più giovani che sono detenuti”. “Si dovrebbe promuovere – ha proseguito – , certamente, una riflessione, attenta, seria sul senso e sugli effetti della carcerazione, sui motivi che portano al carcere, su che tipo di popolazione è presente prevalente in essa, molto cambiata, – se penso alle carceri minorili non ci sono oggi i ragazzi che c’erano dieci, quindici o venti anni fa. Ma una riflessione sulle possibilità, a volte realizzate in qualche carcere, in troppi pochi, un pochino più cresciuto, più evoluto, in qualche carcere modello, di umanizzare lo stesso carcere. Sulle pene alternative a quella detentiva, che rispondano a un criterio di ricostruzione e a un criterio restaurativo della giustizia. Perché assumersi la responsabilità di un male fatto formi per questo, e per quanto possibile, un rimedio, è fondamentale. Ma senza che questo diventi la fine di tutto, quasi la conclusione definitiva. Si tratta di riconoscere che non esiste una condizione umana, neppure di colpa estrema, che ci esima dalla responsabilità nei confronti di chi viene privato della libertà anche se per giusta causa. Che non si può buttare, insieme alla chiave, la responsabilità di quella persona. Che la giunta di condizioni di vita, una vita tormentata, lesiva della dignità umana, non è compatibile con quell’intento rieducativa e riabilitativo che la norma deve avere. Proprio a norma della Costituzione”. QUI L’OMELIA COMPLETA: omelia assisi cappellani carcere

TORRITA DI SIENA, IL 1/5 LA RIAPERTURA AL CULTO DELLA CHIESA DI S. LORENZO A CILIANO

Mercoledì 1 maggio 2024, alle ore 16, presso la Chiesa di S. Lorenzo a Ciliano (Torrita di Siena), il Card. Augusto Paolo Lojudice, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, presiederà la Santa Messa per la riapertura al culto dell’antica chiesa, che fa parte della Comunità Parrocchiale Santi Costanzo e Martino e Nostra Signora del Rosario.

Prima della cerimonia, alle ore 15, dal Madonnino “S. Vincenzo Ferreri” partirà la processione verso la chiesa.

Al termine della celebrazione avrà luogo un incontro conviviale con la partecipazione della filarmonica Guido Monaco “La Samba”.

Alle ore 21, invece,  il Santo Rosario e il canto delle Litanie Lauretane.

 

DOMANI A SINALUNGA L’EVENTO SU “DON MILANI PROFETA DEL NOSTRO TEMPO”

Domani, giovedì 25 aprile 2024, alle ore 16:00, presso il Teatro Comunale “Ciro Pinsuti” di Sinalunga, si terrà l’evento “Don Milani profeta del nostro tempo”.

I saluti istituzionali verranno portati dall’ANPI, da Edo Zacchei, Sindaco di Sinalunga, e da Don Riccardo Personè, parroco di Sinalunga e cappellano degli Ospedali Riuniti della Valdichiana.

A seguire è prevista la presentazione del libro “Don Milani – Vita di un profeta disobbediente. A cento anni dalla nascita”. Interverranno l’autore del libro e giornalista dell’Espresso Mario Lancisi, Fernando Parrotto Rizzello, Pedagogista, Formatore e Coordinatore di servizi socio-educativi, e Rosy Bindi, Presidente del Comitato per il centenario della nascita di Don Lorenzo Milani. Coordina Silvia Calamandrei, Presidente dell’Archivio Piero Calamandrei.

Alle ore 18:00, si terrà il concerto Chorale Louis Cuneaz et Frustapot di Gressan (Aosta), direttori: Chorale M° Mathieu Grange e Frustapot M° Igor Vallet.

AUGURI A PAPA FRANCESCO PER IL SUO ONOMASTICO

Da tutta la Chiesa di Montepulciano-Chiusi-Pienza l’augurio al Santo Padre, Jorge Mario Bergoglio, che oggi, solennità di San Giorgio, celebra il suo onomastico.
A lui, nostra guida e nostro esempio, vanno i più affettuosi pensieri e le preghiere del Card. Augusto Paolo Lojudice, del clero diocesano, dei religiosi, delle religiose e dei fedeli tutti.